L’età del gioco: reale, consigliata, concessa
Giocare è un’inclinazione naturale, nel bambino così come nell’adulto. Qualcosa, tuttavia, nel corso del tempo muta soprattutto nell’atteggiamento dei più grandi che cercano di dare una data di scadenza, sempre più vicina, ai giochi. Ecco perché oggi vi scrivo dell’età del gioco e delle sue fasi, dal mio punto di vista.
Quando si parla di età, ho sempre una sensazione duplice: quella di affrontare un argomento gigante e invalicabile come una montagna, altre volte quella di approcciarmi a un insieme indefinito di luoghi comuni. Come il tempo, le mezze stagioni, perché alla fine tutto quello che si dice ha sempre un nonsoché di relativo, estraneo.
In questi mesi di lavoro, in un posto per piccoli in cui di frequente i miei interlocutori sono gli adulti, una cosa mi ha incuriosito più delle altre: i “grandi” che istintivamente si esaltano di fronte ad alcuni giochi e che diventano, invece, super razionali nel momento dell’acquisto. È lì che danno il via a un andirivieni di congetture sulle capacità effettive o potenziali dei bambini che ci circondano, quasi dimenticando lo scopo principale di quell’acquisto: il gioco.
Allora cominciano a fare i conti con l’età. Vere e proprie equazioni con l’età.
L’età consigliata
Il peggior nemico di un adulto che compra un giocattolo è l’età consigliata riportata sulla confezione*. La scelta sembra essere dettata da quanto il bambino “è grande”. Un divertente ossimoro mi direte, ma sempre più spesso mi capita di sentire “Sulla scatola c’è scritto 18+, ma lui compie due anni, non vorrei che i genitori si offendessero” oppure “mi sembra da piccoli, lui è più maturo rispetto alla sua età “.
Capita anche a me di addentrarmi in questi meccanismi con Arturo, di concentrarmi sulle potenzialità, sulle possibilità, ma poi rapidamente penso che non vorrei mai, in alcun modo, condizionare la sua età del gioco.
L’età (non) concessa
Questo ci porta dritti nel girone dell’età concessa. Quando è troppo tardi per scegliere un gioco “da piccoli”? Quando è troppo tardi per concedersi interminabili ore per essere medici, sarti, cantanti, insegnanti e tutto quello che più ci piace degli adulti che ci circondano?
Mi è capitato di imbattermi più volte in quei “grandi” vigili dell’età, pronti a dire “Sei grande, questo non è un gioco per te”, più spesso alla ricerca del gioco corretto, talvolta diverso dal gioco giusto.
L’età reale
L’età reale invece è un’insieme di tante cose. Sì, in primis è la sottrazione che facciamo per capire quanti anni ha qualcuno (levando dall’anno in corso l’anno di nascita), ma al di là dei numeri, si compone delle esperienze, dei luoghi dell’esplorazione e dei bisogni del bambino.
L’età del gioco reale, non ha definizioni o preconcetti. È reale, come quando noi grandi non vediamo l’ora di cavalcare un’altalena non appena ne vediamo una.
Credo, semplicemente debba essere ascoltata.
Non è un caso che per convincervi abbia volutamente scelto di truccarmi da indiano ed accogliere così i miei clienti.