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Imparare a guardare il mondo con i libri Minibombo

Imparare a guardare il mondo con i libri Minibombo

I libri per bambini Minibombo hanno il profumo buono della carta, concentrano parole e azione e sono strabordanti di deliziose illustrazioni. Questi e altri motivi per cui li trovate A Casa di Dado.

 

Ogni volta che entro A Casa di Dado mi innamoro. Anzi, mi risveglio.

Vi avevamo anticipato che ci avrebbe fatto piacere condividere le scelte dei brand. Per oggi allora, prendo il posto di Giulia e vi scrivo perché secondo me è stato impossibile per lei rinunciare ai libri Minibombo.

 

  1. Un catalogo ricchissimo e interattivo

Belli e allo stesso tempo discreti, i libricini Minibombo stanno lì nel ripiano in basso alla libreria e aspettano solo di essere sfogliati, poi divorati e probabilmente abbracciati

I titoli e i contenuti sono molteplici ma l’intenzione è una e chiara: condurre il bambino alla riflessione e all’interazione. Sul sito della casa editrice, infatti, per ciascun volume è possibile accedere a un minisito in cui giocare, approfondendo gli spunti presenti nel libro e concretizzando in modo divertente la breve e semplice, nondimeno piena, esperienza di lettura.

 

2. Parole variopinte

Prima di di dirvi a parole mie quello che intendo, vi riporto quelle utilizzate dalla casa editrice per presentare il loro catalogo.

Storie senza né capo né coda; storie a cui dare un capo e una coda (ma anche dei baffi); barattoli di vernice; enigmi che non è importante risolvere; animali che vanno e che vengono; buchi in cui bisogna cadere; finali a sorpresa; peli di gatto… e molto altro!

Per i grandi incastrati nel barattolo ermetico della loro età adulta, ogni storia potrebbe apparire senza né capo né coda, almeno all’inizio. Ciascun finale invece riserva una sorpresa, una piccola verità che risuona in noi, che ci appartiene, che a spiegarla e raccontarla da grandi è davvero un’immane fatica.

Eppure le parole sono semplici, le conosciamo, ma è probabile che ci sia capitato di complicarle col passare del tempo.

A tal proposito è doveroso citare Un mare di tristezza, che avviluppata all’interno del mio barattolo ermetico avevo giudicato dal titolo come poco adatto ai bambini. Senza però dirlo a Giulia.

Il pesciolino protagonista di quest’avventura si accorge che nel mare non regna il buonumore, infatti ogni personaggio che incontra sul suo cammino sembra essere davvero triste.

Ma quante sfumature può avere la tristezza e quanti modi esistono per dire triste? Giù di corda, mesto, abbattuto, mogio, abbacchiato. Ebbene, incontro dopo incontro, si va alla conquista di espressioni nuove, ritrovando aggettivi semplici che per pigrizia, da adulti, riponiamo nelle liste d’attesa delle parole. Ogni pagina è, però, un passo in meno verso l’epilogo felice che non intendo svelare.

3. Guardare il mondo con gli occhi di un bambino

Nei diversi volumi, Minibombo propone molteplici esercizi di fantasia spaziando dalla sfera sensoriale, a quella pratica, per poi gettarsi a capofitto in quella emotiva.

Non teme di mettere il piccolo lettore di fronte a scenari inattesi, ma incontrovertibili come nella storia di Gatto Nero Gatta Bianca; ci racconta di frequente il confronto, quanto un “punto di vista” non potrà mai essere unico, come nella straordinaria vicenda che interessa l’eterogeneo gruppo di animali in Hai visto la talpa.

I “punti di vista“, noi grandi lo sappiamo bene, sono davvero una bella gatta da pelare, fortezze quasi indistruttibili.

Quindi nel dubbio, affidiamoci alla franchezza delle parole di Minibombo, per una piccola lettura “dedicata ai piccoli e ai grandi che leggono con loro”.

 

Non so se riusciremo mai a vedere otto talpe contemporaneamente come accade al ragno con otto occhi, ma sarà di certo più facile credergli.

 

Roberta

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